Amatriciana, carbonara e cacio e pepe sono tre piatti della tradizione romana, ma quali sono i segreti che li rendono cosi unici al mondo.
Parliamoci chiaro, è davvero impossibile per chi vive a Roma o anche per chi è stato nella Capitale solo una volta nella vita, dire di non avere mai provato questi tre piatti della tradizione: da sempre rispecchiano alla perfezione la buona cucina.
Cosi come è impossibile anche non affermare con assoluta certezza il fatto che anche solo ogni tanto, qualcuno di noi, ha provato a replicarli nella propria casa, magari per fare bella figura con i propri ospiti: ebbene, esistono dei segreti che forse in pochi conoscono che di certo possono essere di grande aiuto.
Ad averli rivelati sono gli esperti del settore, quelli che da sempre si trovano a servire questo tipo di pietanza nei loro locali e con un successo davvero unico: “Le uova per la carbonara vengono da una fattoria agricola di Palestrina con cui collaboriamo da anni e i pelati per l’amatriciana sono l’unico retaggio che mi porto da quando ero bambina, sono quelli che usava mia mamma. Con ricette così semplici, è fondamentale non lesinare sull’acquisto dei prodotti”, dice Maria Luisa, che appunto è una delle massima rappresentati culinarie di Roma.
Amatriciana, carbonare e cacio e pepe, quali sono i segreti da non dimenticare?
Potrà anche sembrare incredibile, eppure realizzare un piatto tipico della tradizione romana non servono solo gli ingredienti giusti ma anche la messa in pratica di segreti che probabilmente in pochi conoscono e che oggi andremo a svelare.
“Amatriciana, gricia, cacio e pepe e carbonara: sono i piatti che mangiavo da piccola, i piatti della mamma e della nonna” confessa Maria Luisa che sottolinea come l’ingrediente giusto che non deve mai mancare per la realizzazione di questi piatti è l’amore: “Ho sempre pensato che una cucina fatta di sola tecnica non passa. Una cucina fatta di solo amore passa”. Insomma un particolare davvero importante che ovviamente è il caso di aggiungere alla giusta tecnica, come ad esempio quella di utilizzare il 30% in meno di sale nella cottura della pasta, cosi da bilanciare il sapore e la sapidità di pecorino e guanciale.
Infine, ultimo ma non meno importante il profumo che rende il piatto ancora più invitante: la regola fondamentale è che nei piatti romani ci deve sempre essere il pepe e per la chef Maria Luisa, il pepe perfetto è quello di Hanyuan, conosciuto anche come pepe di Sichuan della fondazione Arca del gusto Slow Food, il segreto è quello di utilizzare i grani e poi di macinarlo sul momento sopra i piatti.